“I PASSI DI ALICE” CHIUDE PER RESTAURO. I GENITORI, DOVE ANDREMO?

“I PASSI DI ALICE” CHIUDE PER RESTAURO. I GENITORI, DOVE ANDREMO?

I sindacati: “Abbiamo proposto soluzioni, ma senza risposta. Denunceremo in caso di privatizzazione”. Il sindaco: “Nessuna privatizzazione. Per lo spostamento necessario vagliare i costi”

Chiude l’asilo nido comunale, ma i genitori non hanno alternative. È quello che è successo a Modugno, a seguito del restauro del plesso “I passi di Alice”, struttura comunale che accoglie i bambini nella fascia di età da di 3 ai 36 mesi, avviato grazie ai fondi del PNRR. La serrata del plesso di via Verdi, oltre ad aver creato una situazione di grande disagio per le famiglie che, da un momento all’altro, si sono ritrovate a dover cercare una nuova soluzione per far collimare famiglia e lavoro, rischierebbe anche di non essere più comunale. A farlo sapere le sigle sindacali FP CGIL Bari, CISL FP, UIL FPL, CSA, che hanno siglato un comunicato congiunto nel quale hanno spiegato di aver proposto una soluzione alternativa, senza ottenere risposta.

“A seguito di incontri improduttivi e di facciata con Sindaco e Amministrazione – scrivono le sigle – ai quali abbiamo chiesto di trasferire il Nido presso edifici scolastici con aule vuote ( a seguito del decremento scolastico ) per soddisfare la continuità didattica dei piccoli utenti e non creare disagio ai genitori, il Sindaco si riservava di esprimersi chiedendoci 10 giorni di tempo per una verifica di fattibilità. A distanza di circa due mesi attendiamo ancora una sua risposta. Si è affrettato, invece, subito dopo l’incontro, a far partire una nota a firma sua con la quale comunicava ai genitori di trovare altre soluzioni per i propri figli stante i lavori da eseguirsi presso la struttura del Nido”.

La maggioranza, secondo i sindacati, starebbe anche vagliando la possibilità di affidare l’asilo ad una gestione privata. In questo caso i sindacati sarebbero pronti a far partire una denuncia, alla Corte dei Conti,per aver utilizzato fondi pubblici del PNRR per favorire la gestione privatistica.

“Per quanto riguarda il problema dell’Asilo Nido – continua la nota – è stato chiesto da parte nostra, un incontro con la Presidente della 2^ Commissione consiliare Simona Vitucci che, dimostrando molta attenzione e senso di responsabilità, ci ha convocato ad un incontro in data 1° marzo con la sola presenza di consiglieri di minoranza, visto l’assenza della maggioranza regolarmente convocata. Dopo ampia esposizione da parte delle OO.SS. la Presidente ha assicurato la piena condivisione alle nostre preoccupazioni, garantendo il coinvolgimento del Consiglio comunale sulle tematiche sollevate”.

Della questione si sono occupati anche realtà politiche come Precedenza Democratica, Movimento Modugno a 5 stelle e Movimento Nuove Frontiere che, in un comunicato congiunto, hanno evidenziato come La situazione che vede coinvolto il nido comunale di Modugno sia legata alla necessità di uno scarso numero di posti disponibili, di fronte alle reali esigenze della popolazione che consta circa 37mila abitanti.

“Cosa ne sarà delle famiglie senza alcun supporto famigliare e che non potranno permettersi i costi di una struttura privata? – si chiedono – Dove saranno collocati i bambini? Crediamo che in un paese sociale come il nostro i bisogni delle famiglie vadano interpretati con interventi piuttosto migliorativi e non peggiorativi”.

Dall’amministrazione comunale arriva una rassicurazione circa la presunta privatizzazione e un parere sulla proposta dei sindacati.

“Non abbiamo assolutamente intenzione di farlo diventare privato – spiega il sindaco Bonasia – né tantomeno alcuno dell’amministrazione ha detto questo. Contiamo, piuttosto, che le richieste di ANCI nazionale siano esaudite, potendo contare su personale al servizio del nuovo asilo con superficie raddoppiata. Per la proposta dei sindacati, ha dei costi che gli uffici stanno valutando. I costi sono importanti per i necessari adeguamenti, ci sono tante norme di settore da rispettare, e bisognerà soppesarli in fase di bilancio, considerando che si tratta solo di un anno di stop”.

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