LA PANTERA DEL BARESE É UN SERVAL. MA NON È UN PERICOLO SCAMPATO

LA PANTERA DEL BARESE É UN SERVAL. MA NON È UN PERICOLO SCAMPATO

Il felino ha la sua tana nelle campagne tra il San Paolo e il quartiere Cecilia

È grande come un doberman, arriva a pesare 15 kg ed è molto agile. È il Serval che, negli ultimi mesi, è stato scambiato per una pantera, nella zona del barese. A svelare il mistero dell’introvabile felino una ricerca a tappeto fatta con l’ausilio di droni, dopo l’ennesima segnalazione da parte di cittadini allarmati. La notizia è stata data dall’emittente Telenorba, che ha anche diffuso le prime immagini del grosso gattone nero africano. L’esemplare, una femmina, era in dolce compagnia dei suoi cuccioli, forse quattro. Una volta identificato, il felino si è subito rifugiato nella sua tana, nei pressi dell’aeroporto nelle campagne tra il quartiere San Polo e il quartiere Cecilia, con la prole, spaventato dai rumori. Forse il bisogno di procacciare il cibo per i suoi piccoli l’ha spinta vicino ai centri abitati. Anche se si tratta di una specie che non attacca l’uomo e che si nutre di volatili e di roditori, la sua presenza è comunque un pericolo. Per l’ecosistema. Già perché questo esemplare non è di certo autoctono e potrebbe, proliferando come ha già fatto accoppiandosi con i gatti comuni, sbilanciare il nostro equilibrio naturale. A farlo sapere un veterinario dello zoo Safari di Fasano.

“Si potrebbe sterilizzare oppure abbattere – spiega – ma devono essere le istituzioni a prendere una decisione, altrimenti potrebbe essere un grave danno per l’ecosistema”.

Intanto continua la caccia al Serval, attraverso il posizionamento di esche e il pattugliamento con i droni, ma rimane il mistero di come mai un esemplare protetto, di origine africano, si trovi in provincia di Bari.

One thought on “LA PANTERA DEL BARESE É UN SERVAL. MA NON È UN PERICOLO SCAMPATO

  1. E curioso che si proponga l’abbattimento di un esemplare Serval, tra l’altro con prole, assolutamente innocuo per gli umani, schivi e solitari, ragione per cui sfuggono, (e molto bene per la loro abilità) da così tanto tempo. La preoccupazione è il pericolo gravissimo per l’ecosistema della zona s. Paolo aeroporto… Però per le centrali turbogas e inceneritori invece, nella stessa zona, dove sono previsti altri impianti…. Beh per quello, l’impatto ambientale e l’ecosistema non c’è da temere giusto?
    Voglio vedere chi prenderà questa decisione e con coerenza sul territorio. Perché siamo curiosi in tanti.

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