IN PIAZZA PER DIRE NO AL DIMENSIONAMENTO E SALVARE L’ORCHESTRA

IN PIAZZA PER DIRE NO AL DIMENSIONAMENTO E SALVARE L’ORCHESTRA

Docenti, genitori e personale scolastico sotto il palazzo della regione: “Non siamo numeri”

Può la scuola ridursi ad un puro computo numerico, come fosse un’azienda che produce magliette?

A domandarselo sono i docenti della scuola secondaria di primo grado Casavola D’Assisi, contrari al piano di dimensionamento regionale 2024/25 previsto dalla Regione (e Città metropolitana), che di fatto va a scorporare completamente l’istituto, facendone perdere l’identità. Per questo motivo, allora, insieme agli studenti sono scesi in piazza per protestare davanti alla sede della Giunta pugliese.

«Il piano di Dimensionamento regionale – affermano i docenti – colpisce ancora, dimentico di progettualità, continuità, scelte dei genitori e percorsi di studio».

Il dimensionamento della scuola si paventa da anni, tanto che già otto anni fa è stato schivato il colpo di una folle divisione dei tre plessi di cui si compone la scuola: plesso Casavola, plesso Gandhi, plesso D’Assisi. Questa volta, però, “l’incubo” sembra davvero vicino perchè, a novembre, l’ex Provincia ha deliberato, rifacendosi alla linea di indirizzo della Regione di suddividere in tre comprensivi le scuole presenti sul territorio di Modugno. Questo significherebbe lo scorporo totale della Casavola D’Assisi, a cui anche il Comune di Modugno si oppone.

«La scuola – prosegue la nota – diventa un luogo puramente numerico, dove progetti, percorsi scelti da alunni e genitori, scelte logistiche ponderate, affezione e legami, decadono in virtù di qualche scelta politica ignota. Non si discute il dimensionamento in sé, ma le modalità prive di ogni attenzione all’individuo, con cui vengono effettuate le scelte legate al dimensionamento stesso».

L’accorpamento con la Gandhi, per la creazione di un terzo circolo più corposo, sarebbe secondo gli operatori scolastici, docenti e genitori, fuori luogo per una distanza non solo fisica ma anche identitaria, tra i due plessi. A rischio sarebbe il lavoro di 20anni che il corpo docente ha svolto sull’orchestra Casavola D’Assisi. Già perchè se le due scuole saranno scorporate, nella sede centrale rimarrà solo una classe di sperimentale musicale, insufficiente per mettere su un’orchestra.

«Il problema – spiegano i docenti – riguarda non solo la divisione dei plessi, ma lo sconvolgimento dell’organico docente. A breve partono le iscrizioni, i genitori che devono decidere sono a dir poco confusi. Qualsiasi provvedimento che non comprenderà la prosecuzione del lavoro metterà a rischio posti. Anche i ragazzi non avrebbero più continuità nell’insegnamento».

Le conseguenze di un tale accorpamento si starebbero già facendo sentire. Già 14 ragazzi, frequentanti il plesso D’Assisi, per studiare lo strumento, non essendo in grado di raggiungere la sede centrale della Casavola, hanno avuto la possibilità di studiare nella classe sperimentale di musica anche nella D’Assisi. Proprio questa situazione ha sollevato interrogativi sul destino dell’orchestra.

«Se ci saranno cambiamenti – si interrogano i docenti – come fanno questi ragazzi a continuare a studiare? Si è pensato di togliere un corso musicale alla centrale, lasciandolo alla D’Assisi. Ma questo crea un ulteriore problema perchè non ci sarebbe più l’orchestra. Un conto è avere due classi, un conto è averne una. Si rischia di perdere il corso musicale, strutturato su un lavoro  di 20anni. Non si può improvvisare, stiamo ragionando su ipotesi, stravolgendo tutto sulla base di una presunta equità. Non vogliamo regalare il nostro lavoro. Che cosa succederebbe se, al momento delle iscrizioni, i genitori spaventati da questo scorporo, scegliessero la centrale lasciando la D’Assisi? Non avremmo risolto nulla, solo peggiorato».

Domani la Regione e il Comune si incontreranno per la delibera definitiva, ma intanto questa mattina anche i ragazzi hanno fatto sentire la loro voce e il loro parere.

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