UN CROWDFUNDING PER LUCIANA

UN CROWDFUNDING PER LUCIANA

Continua la battaglia legare della famiglia Ranieri

È trascorso quasi un anno dalla scomparsa di Luciana, l’estetista, di origini modugnesi, residente a Palo del Colle, ritrovata senza vita dal marito la mattina del 9 novembre, ma la famiglia continua a richiedere giustizia e a perseverare in quella che si è prospettata come una lunga battaglia legale per la verità. Ma per continuare a lottare in aula, sicuramente esosa per un famiglia, si è pensato ad un crowdfunding. La raccolta fondi è stata attivata dalle cugine di Luciana, Maria e Antonella, che hanno raccontato e fatto conoscere la storia della giovane mamma anche oltre oceano. Appena 36enne, è stata ritrovata priva di vita in casa, lo scorso 9 novembre. Luciana viveva a Palo del Colle dove si era trasferita e svolgeva l’attività di estetista. La sua scomparsa, che gli inquirenti hanno definito un suicidio, avrebbe però, secondo la sua famiglia e chi la conosceva, ancora molti punti oscuri. La sera prima del ritrovamento, dall’ex marito Rocco, Luciana sarebbe uscita con una sua amica e sarebbe parsa tranquilla. La serata, come ha raccontato successivamente l’amica, è stata rabbuiata solo dall’incontro della giovane con suo marito, con il quale stavano attraversando un momento travagliato. Luciana, secondo da sorella, aveva deciso per il divorzio, ma il marito, ascoltato dagli inquirenti, ha invece sostenuto che si trattava solo di una crisi passeggera. Il corpo di Luciana è stato ritrovato, il giorno dopo, proprio dall’ex marito. Per gli inquirenti si sarebbe trattato di un suicidio. Molte, però, le contraddizioni che l’avvocato della famiglia Ranieri ha sollevato, chiedendo il riesame e la riapertura delle indagini. Poca chiarezza sulla dinamica del ritrovamento. Rocco, il marito, si sarebbe recato in casa della sua ex verso le 10 e, capito l’accaduto, avrebbe subito chiamato suo fratello e suo padre. Gli inquirenti e i soccorsi sarebbero stati allertati un’ora dopo. Non tornerebbe anche la posizione della chiave. Dietro la toppa, dall’interno, è stata trovata la chiave che il marito si rifiutava di riconsegnare, e non quella di Luciana che, racconta la mamma, aveva l’abitudine di lasciare nella serratura dopo aver chiuso. Inoltre, sul corpo dell’estetista non si sarebbe fatta l’autopsia. A quattro mesi dal ritrovamento, è stata accolta dal Pm Luciana de Cristofaro la richiesta di riesame, con l’udienza il 22 giugno. Ma questa lunga battaglia legale ha un costo non indifferente, che la famiglia sta cercando di sostenere anche grazie a coloro che hanno preso a cuore la storia di Luciana, partecipando alla raccolta fondi. L’obiettivo da raggiungere è 30mila dollari e, al momento, si è raggiunta la cifra di quasi 4mila dollari.

Per saperne di più della raccolta fondi clicca qui:

Raccolta fondi di MARIA CAPORUSSO : Justice For Luciana (gofundme.com)

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