UNA REGISTA MODUGNESE IN GARA AL BFEST

UNA REGISTA MODUGNESE IN GARA AL BFEST

Marisa Vallone con il film “La terra delle donne”

Con il film “La terra delle donne” la regista modugnese Marisa Vallone concorre, tra le pellicole in gara, per il Bfest 2023. Una storia che ha toni ancestrali, ambientata in una Sardegna che strizza l’occhio alle tradizioni della Puglia, e che svela il mondo segreto delle donne e della femminilità. Un salto nell’anima del mediterraneo, dove l’essere donna ha un ruolo preponderante, ricco di misteri, tradizioni, forza e sentimento. Nato dal lavoro con Paola Sini, ideatrice del progetto, la “terra delle donne” sarà proiettato venerdì 31, alle 18, al teatro Piccinni.

“Ho ritrovato le cose che adoro della Puglia nell’incontro con la Sardegna – fa sapere Marisa Vallone – sud e magia, conflitto tra religione e paganesimo, visceralità. Una forte assonanza con una terra che, essendo un’isola, ha conservato questa originalità viscerale, quasi un gemellaggio tra le due regioni. Un comune sentire”

Il progetto è nato nel 2016, con grande sforzo produttivo, nonostante il Covid abbia rallentato la produzione. Un cast di attori, anche internazionali, tra i quali Valentina Lodovini, Syama Rayner, Alessandro Haber, Freddie Fox, che ha recitato in The Crown, Jan Bijvoet, attore belga, Hal Yamanouchi, che ha fatto una parte in Wolverine, e Paola Sini. Il film della regista modugnese sarà nelle sale dal 25 aprile, con distribuzione con Adler, Rai Cinema e Sardegna Film Commission.

CONOSCIAMO MARISA VALLONE

Classe 1986, giovanissima, hai un cv di tutto rispetto che verte, principalmente, verso la cinematografia. “La terra delle donne” è il suo primo lungometraggio. Diplomata in Media art all’accademia di belle arti di Frosinone, opera con Renzo Arbore il lascito testamentario del Filo d’Oro, ha rappresentato l’Italia al festival cinese del cinema con “La carna Trist”, un saggio di diploma del centro sperimentale di cinematografia, nel quale hanno recitato attori del calibro di Pinuccio Sinisi, Tiziana Schiavarelli, Franco Ferrante. Ha vinto un premio al festival di Monopoli, a livello nazionale, finalista del premio Solinas in Sardegna. Dall’età di 3 anni vedeva le telecamere e si bloccava a guardarle ammirata, una passione che ha sempre avuto. Ha partecipato a numerosi festival come RIFF Roma, FIFE Casablanca (Morocco), Open Cinema St. Petersburg (Russia), ISFVF (China), Cinemaiubit Bucharest (Romania), Poitiers Film Festival (France), Sardinia Film Festival, Reggio Film Festival, Genova Film Festival, Festival del Cinema Europeo, Premio Stampa al SudEstival,  “Lanterna Film Festival” (Mexico) , “Visioni Film Festival”, “Inventa un film”; Green Movie Film Fest, Magmart International video art festival, Naoussa International Film Festival (Greece), Biennale dei Giovani artisti del Mediterraneo 2009. In onda su reti RAI, inoltre, con il cortometraggio “La Carna Trist.”, la serie tv “140 secondi” che ha codiretto, e pubblicità progresso di cui ha curato la regia.

Com’è nata la passione per il cinema?

“Mi sono appassionata alla cinematografia da piccola, amavo l’arte, mi sono avvicinata al cinema con la maturità. Man mano che crescevo mi sono resa conto che era quello che mi permetteva di esprimermi meglio. Da ragazzina l’ho usato come strumento per documentare e raccontare la mia famiglia, un potente mezzo per lasciare una testimonianza”.

Cos’è per te realizzare un film?

“Cristallizzare un momento mi ha sempre dato una grande emozione. Dietro la telecamera posso raccontare storie. Mi affascina il tema della tradizione, ho indole creativa che non si accontenta della realtà che viviamo e vuole creare”

Quali i momenti più significativi della tua carriera fino ad oggi?

“Fondamentale è stato il periodo dell’accademia delle belle arti di Frosinone, a 18 anni. Ho requentato il linguistico ma già in terza media la prof. mi disse che dovevo fare il liceo artistico. Ho deciso di rimandare la scelta artistica fino a 18 anni. Post accademia, sono stata ammessa al centro sperimentale di cinematografia di Roma, una scuola d’eccellenza, ammettono solo 6 persone all’anno nella classe di regia. Un momento fondamentale per la mia carriera. Come saggio di diploma ho realizzato “La carna trist”, ambientato in Puglia negli anni 50’, ispirato a mia nonna”

Cosa accomuna “La terra delle donne” al corto “La carna trist”?

“Sicuramente la voglia di raccontare una femminilità che non sia standardizzata. La voglia di immergermi nella tradizione, nei riti, nella realtà delle nostre origini. Il ritorno ad uno spirito originario che nasce dal conflitto tra sud e magia, tra religione e paganesimo, ragione e visceralità”.

Roberta Marinelli

Guarda il trailer qui:

La terra delle donne – Bifest

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