IN PIAZZA PER PROTESTARE CONTRO LE PUZZE. UNA MANIFESTAZIONE A MODUGNO

IN PIAZZA PER PROTESTARE CONTRO LE PUZZE. UNA MANIFESTAZIONE A MODUGNO

Domani alle 10 in piazza Falcone e Borsellino

I residenti della zona Cecilia (siamo alla periferia di Modugno), del quartiere San Paolo e di tutti quelli limitrofi si ritroveranno in piazza Falcone e Borsellino per dire basta agli odori nauseabondi e sgradevoli con cui sono costretti a convivere da mesi e, soprattutto, senza poter sapere – almeno ufficialmente – la causa e i nomi di questo enorme problema. A organizzare la protesta sarà il comitato “Aria pulita San Paolo, Cecilia” a cui si affiancherà il movimento “Riprendiamoci il futuro” del segretario Luigi Cipriani. «Protestiamo – si legge in una nota – contro le istituzioni comunali per dire basta ai cattivi odori che da anni assillano, soprattutto nel periodo estivo, tutta la zona costringendoci a sbarrare le porte e le finestre delle nostre case per non respirare aria putrida e dannosa per la nostra salute. Si precisa che da anni, da parte di politici locali e non, vengono divulgate notizie che non hanno mai prodotto nulla di concreto per risolvere definitivamente questo annoso problema». A riguardo, c’è da dire che già da qualche mese l’assessorato all’Ambiente modugnese e quello barese, in sinergia con Arpa, stanno cercando di capire l’origine degli odori maleodoranti – presente anche nei quartieri centrali di Modugno – e hanno avviato le prime indagini giudiziarie anche con la polizia locale. La protesta di oggi è figlia di una petizione popolare prodotta qualche settimana fa e recapita proprio a Luigi Cipriani il quale ha scritto una lettera al ministro dell’Ambiente, al comandante del Nucleo operativo ecologico (Noe) dei carabinieri, al sindaco di Bari, al prefetto di Bari e all’Arpa regionale, chiedendo «un intervento autorevole finalizzato alla definitiva soluzione di tale incresciosa situazione, considerato che gran parte delle famiglie interessate è monoreddito e occupa quasi tutti alloggi popolari e, quindi, non possono trasferirsi altrove. Si precisa che tale grave situazione è stata nel tempo più volte sottoposta all’attenzione degli enti locali preposti ma a oggi non è mai stata accertata l’origine». Almeno ufficialmente, perché in realtà sarebbero in tanti a sapere da chi e da dove deriverebbe il tutto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *