RISTORI ATTIVITÁ A MODUGNO. I CONSIGLIERI DI MINORANZA: “L’ITER NON È CHIARO, CHIEDIAMO SPIEGAZIONI”

RISTORI ATTIVITÁ A MODUGNO. I CONSIGLIERI DI MINORANZA: “L’ITER NON È CHIARO, CHIEDIAMO SPIEGAZIONI”

Un’interrogazione sul tema

Sulla erogazione delle indennità una tantum a sostegno delle attività colpite dal Covid a Modugno, qualcosa sembrerebbe non tornare. A esserne convinti sono alcuni consiglieri di minoranza Giovanna Bellino, Vito Silvestri, Fabrizio Cramarossa, Nicola Giuseppe Caputo, Raffaele Gramazio e Lorenzo Vasile che hanno presentato un’interrogazione sul tema. La volontà di procedere con questi ristori è stata sancita con deliberazione di Giunta comunale del 28 dicembre, con la quale l’amministrazione comunale ha voluto “dare un aiuto concreto alle imprese e alle attività economiche della Città per contenere gli effetti negativi che l’emergenza sanitaria sta producendo sul tessuto socioeconomico locale attraverso l’erogazione di un contributo a carico del bilancio civico comunale”. Con lo stesso atto l’Amministrazione ha conferito al responsabile del Servizio Attività Produttive il mandato per l’erogazione del contributo e, con delibera di Giunta del 25 marzo, è stato approvato l’Atto di indirizzo per la determinazione degli importi relativi all’erogazione del contributo “una tantum” determinando una divisione in tre fasce: la fascia 1 – 1500 euro, la fascia 2 -900 euro, la fascia 3- 500 euro. Per i sottoscrittori dell’interrogazione, però, ci sarebbero alcune lacune e punti poco chiari. Non si comprenderebbe, infatti, se i requisiti richiesti nel bando dovevano essere tutti rispettati, pena l’esclusione, oppure solo indicativi. Inoltre l’amministrazione – sempre secondo gli esponenti dell’opposizione – ci avrebbe messo due mesi per espletare l’istruttoria del bando e di aver reso noto la determinazione e la suddivisione delle quote per ciascuna fascia a due mesi dalla chiusura del bando. Questi elementi denoterebbero secondo i consiglieri “poca trasparenza”. Ma ci sarebbe anche dell’altro, in quanto non sarebbero stati indicati, in maniera inequivocabile e valevole per tutte le attività, i requisiti da presentare per dimostrare l’effettiva chiusura e, quindi, poter accedere al bando, determinando così “una ipotetica iniquità tra i partecipanti”.

Confusione anche per le attività non commerciali, non iscritte al Registro delle imprese della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bari, che non hanno neanche proceduto a presentare regolare istanza, avendo ritenuto il criterio dell’iscrizione propedeutico all’accesso al contributo.

Per questi e altri dubbi i consiglieri di minoranza hanno richiesto spiegazioni, specificando di voler conoscere l’elenco delle attività escluse e le motivazioni, ma elenco che l’amministrazione non ha reso pubblico. Questo permetterebbe alle attività escluse di capirne le motivazioni e fare accesso agli atti o eventuali ricorsi.  Si affronta anche la questione Tari, per cui uno dei requisiti di accesso era il pagamento della tassa nell’anno 2019, ma non si comprenderebbe se si fa riferimento al solo 2019 oppure a tutti gli anni fino a questa time-line.

L’auspicio dei sottoscriventi è comunque quello di poter presto reperire altri fondi a beneficio di quelle aziende che, a causa di una non chiara struttura dell’atto di indirizzo, sono state escluse dal ristoro o, ritenendo di non averne i requisiti, non ne hanno fatto richiesta.

Sul tema anche il comunicato del Psi Modugno e del Movimento Coscienza sociale Città libera. Per approfondimenti leggi qui RISTORI AI COMMERCIANTI. IL PSI MODUGNO: “POCHE LUCI E TANTE OMBRE” – (cardonews.it)

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