PORTO TORRES. UNA VIA D’USCITA CHIAMATA “DICATIO AD PATRIAM”

PORTO TORRES. UNA VIA D’USCITA CHIAMATA “DICATIO AD PATRIAM”

Una soluzione coraggiosa, ma non priva di rischi

Porto Torres sta finalmente per uscire dal limbo in cui era stata segregata fin dalla sua nascita. l “megacondominio” circondato solo dalla strada statale 96, dall’autostrada e dalla ferrovia, non monto lontano dal centro città ma simile ad un residence privato, è nato 40anni fa, priva di ogni genere di opere di urbanizzazione primaria (strade, luce, fogne). Impossibile intervenire perché la questione strade sembrava un rebus. Se il condominio è privato, come può un ente pubblico farci dei lavori di manutenzione, ordinaria e straordinaria? La precedente amministrazione del sindaco Nicola Magrone aveva trovato nella richiesta di firme all’unanimità, da parte dei cittadini, per la cessione del terreno privato al demanio comunale una soluzione. Strada percorsa ma, purtroppo, non risultata felice per la mancanza di 38 firme di privati, mai arrivate. Mancando il consenso unanime dei proprietari la situazione Porto Torres è rimasta nuovamente nel limbo. Fino a quando, durante la massima assise cittadina, l’attuale amministrazione Bonasia ha deciso di attivare una soluzione che era stata posta più volte anche dall’allora candidato sindaco, attuale esponente del Pd e Consigliere di minoranza, Fabrizio Cramarossa. Una terminologia difficile, “Dicatio ad patriam”, per esprimere un concetto semplice: Se un proprietario per anni lascia la possibilità di passaggio sul suo terreno, senza recintarlo o impedirne l’accesso, è implicito che la viabilità sia da considerarsi pubblica. Questa semplice formula avrebbe risolto un problema che dura da quarant’anni.

Ma c’è sempre un ma. Questa strada non è priva di rischi e potrebbe anche rivoltarsi contro chi l’ha intrapresa. Nell’ultimo consiglio comunale, che ha sancito l’ok del provvedimento, lo stesso primo cittadino Nicola Bonasia l’ha definita «una decisione coraggiosa».

«È una giornata storica, frutto di una decisione coraggiosa – spiega il sindaco di Modugno, Nicola Bonasia -. Con la costituzione della servitù di uso pubblico delle aree destinate a viabilità, sin dai prossimi giorni potremo intervenire con opere di manutenzione ordinaria, come la sistemazione di strade, marciapiedi, verde e illuminazione».

I giuristi della massima assise cittadina, pur votando l’ok, avvertono sui possibili rischi. Simona Vitucci e Pierino Losole hanno fatto presente che forse questa azione potrebbe interferire con il diritto di proprietà privata.

«Che cosa succederebbe se un giorno i proprietari decidessero di interrompere il tacito assenso mettendo un cancello e interrompendo l’accesso? – domandano – questa materia dovrebbe essere trattata negli ambiti legislativi, e non in Consiglio». Ma la dicatio ad patriam sembrerebbe l’unica soluzione per permettere ai più di 1700 residenti di Porto Torres di poter avere dei servizi e tutte le necessarie opere di manutenzione straordinaria, così come previsto nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche recentemente approvato, con una spesa di circa 700mila euro per la riqualificazione del quartiere.

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